Quanto il mare, con le sue tempeste e le sue bonacce, la sfida di avventurose navigazioni, la vita di bordo con la sua disciplina e le sue leggi, i porti con il loro richiamo a mondi lontani, siano fondamentali per Björn Larsson, i lettori l’hanno imparato dai suoi romanzi: in questo libro ha deciso di lasciare che siano altri grandi capolavori della letteratura a parlare di mare. Il mare e la navigazione, si sente spesso dire, sono fonte di ispirazione per scrittori e viaggiatori. Tuttavia, di che mare si tratta? Qual è il mare della letteratura? Il mare seducente accarezzato dalla brezza estiva o il mare senza perdono durante una grande tempesta? Il mare dei pescatori che lavorano e si guadagnano da vivere? O il mare dei navigatori che vi trascorrono il tempo libero per puro piacere? Oppure dei velisti che lo trattano come un campo sportivo, uno spazio che deve essere attraversato nel minor tempo possibile? Infine, cosa racconta la letteratura di mare? E cosa vedono gli scrittori nel mare? Per Virgilio il mare era un mostro dalle fauci spalancate, popolato a sua volta da migliaia di mostri. In Beowulf, il poema anglosassone medievale, la minaccia marina si chiamava Grendel, un drago degli abissi pronto a ingoiare gli esseri umani. Attraverso una sorprendente raccolta di testi su alcuni tra i più bei libri di mare della storia della letteratura – come Lo specchio del mare di Joseph Conrad, l’Odissea, Diario di bordo di Cristoforo Colombo, Sull’acqua di Guy de Maupassant, Solo, intorno al mondo di Joshua Slocum o L’enigma delle sabbie di Erskine Childers – Björn Larsson esplora gli infiniti legami tra il mare e l’immaginazione letteraria. E le sue conclusioni non sono sempre quelle che ci saremmo aspettati di leggere...
Data pubblicazione
08/08/2015