Scugnizzo, mendicante, teppista, lustrascarpe, facchino, scassinatore, galeotto, aderente alla “Gioventù Cattolica” di Lilla, simpatizzante degli scioperanti “rossi”: queste alcune del le tappe della giovinezza di Roger Riou. A vent'anni giunge inaspettata la vocazione, che lo fa diventare sacerdote e missionario. Ecco quello che disse una dottoressa che lavorò con Riou all'isola della Tortuga: “Sentite, Riou: ho trascorso cinque anni nel vostro ospedale, e ora vi lascio. Se ho un consiglio da darvi, è di restare prete come siete. Altrimenti sareste il più grande gangster del mondo!” Roger Riou, nato nei sobborghi di Le Avre nel 1909, figlio di una serva e di un marittimo, divenuto prete ha trascorso trent'anni della sua esistenza in un'isola dei Caraibi, la Tortuga, rifugio, nel XVIII secolo, dei filibustieri francesi e dei bucanieri, i quali, con l 'autorizzazione del re di Francia, saccheggiavano i galeoni spagnoli carichi d'oro sulla rotta del ritorno dal l'America. Padre Riou viene dunque mandato dal Vaticano alla Tortuga, dove l'Haiti di Duvalier scarica le prostitute e i pazzi ; non per nulla quell'isola è stata definita, “l'immondezzaio di Haiti”. Là Riou crea un ospedale per curare i lebbrosi, i tubercolotici , i sifilitici, tanto che un giornalista pubblica un articolo sul Time definendolo “il dottor Schweitzer dei Caraibi”. Ritorna in Francia, studia medicina e ginecologia all'università di Lilla, raccoglie denaro per l'isola e ritorna quindi alla Tortuga dedicandosi al potenziamento del suo ospedale finché, per i meschini intrighi di Duvalier e la sua cricca, è costretto a lasciare la Tortuga, divenuta ormai, grazie a lui e agli aiuti dei suoi amici canadesi, belgi e francesi, l'isola della speranza. Questo libro è il romanzo appassionante della sua vita.