in dall’inizio tutto accade come in un incubo. E proprio come in un incubo Joseph Mittel viene travolto da eventi che non controlla, e il cui senso gli è oscuro: prima la fuga da Parigi insieme a Charlotte, la sua compagna, che in nome dell’«Idea» ha ucciso il commerciante che la manteneva e che le aveva rifiutato il denaro per finanziare il loro mensile anarchico; poi l’arrivo a Dieppe, dove Mittel precipita «in un universo incoerente, buio e fradicio»; e per finire l’imbarco, in piena notte, sul Croix-de-Vie, che nella stiva trasporta un carico di mitragliatrici destinate a un gruppo rivoluzionario ecuadoriano. Qui al ragazzo toccherà lavorare come fuochista, mentre il comandante Mopps fa di Charlotte la propria amante. Ma questo sarà, appunto, solo l’inizio: a Panama, Mittel e Charlotte scopriranno che la donna è stata colpita da un mandato di cattura internazionale e saranno quindi costretti a proseguire il viaggio verso il Sudamerica, dove nel frattempo la rivoluzione è fallita e delle mitragliatrici del comandante Mopps nessuno ha più bisogno – mentre lui, Mopps, non riesce più a fare a meno di quella puttanella di Charlotte... Joseph Mittel si lascerà così trascinare da un continente all’altro nella costante, illusoria speranza che da qualche parte le cose possano assumere una forma, che lui stesso possa finalmente non essere più soltanto il gracile, solitario figlio del grande Mittelhauser, il «martire» anarchico che si era tagliato le vene in carcere quando lui aveva due anni e la cui ombra gigantesca lo ha sovrastato per tutta la vita. In questo romanzo, scriveva André Gide, «non c’è assolutamente nulla che appaia inutile, nessun episodio, nessun dialogo, nessuna descrizione del paesaggio che non abbia una sua precisa funzione». Perfettamente a suo agio nelle avventure di mare non meno che in quelle dell’anima, Simenon dà l’ennesima prova della sua grandezza di narratore.
Data pubblicazione
01/11/2006