In libreria a tu per tu con il mito. Stefano Carletti

Scritto da Il Mare
04 aprile 2017
Il 6 aprile nella nostra libreria Pippo Cappellano e Sonia Petruso presentano Il Monaco e il marinaio l’ultima opera di un mito dell’attività subacquea: Stefano Carletti. Lui stesso la descrive come “un racconto nel quale convergono molti dei temi che hanno composto la mia narrazione. Il Mare logicamente, filo conduttore di ogni esistenza, ma questa volta anche alcune mie personali riflessioni sulla religione e la spiritualità umana. È comunque un libro particolare con tanti colpi di scena che scoprirete leggendolo. Per la prima volta mi hanno messo in difficoltà rispetto alla pubblicazione del
libro. Il primo editore che si era interessato al progetto si rifiutava di pubblicarlo se io non avessi tagliato alcuni passaggi...  cosa che logicamente rifiutai senza discussioni! Invece gli amici della
libreria Il Mare me lo hanno pubblicato integralmente nella collana Amor di Mare.” Carletti lo presenterà anche il 18 aprile con Patrizia Maiorca e Sonia Petruso presso il Circolo Aniene, in Lungotevere dell’Acqua Acetosa 119.
I vecchi subacquei come me, racconta Giulia, ricordano ancora le imprese di Stefano degli anni 60, quando le attrezzature subacquee erano agli esordi e quando ci si immergeva con maglioni di lana per sentire meno freddo perché le mute erano per pochi eletti. Erano gli anni in cui Cousteau andava per i mari con la sua nave Calipso, mentre gli italiani, con Quilici, Alliata, Gregoretti, Sarra, Bini, Maltini, Solaini, De Sanctis, Papò, Olschki, Roghi, Ripa, Bachieri, Cappellano, Cafiero, Maiorca, Bucher, Novelli e Olgiai fondarono la rivista Mondo Sommerso e con Bruno Vailati diedero vita a Sesto Continente, il primo lungometraggio subacqueo.
Stefano Carletti
Nasceva ad Ustica, da un’idea di Lucio Messina, la Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee, con il premio Tridente D’Oro e dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee. Stefano Carletti fu tra i primi a ricevere tale onorificenza, considerata il Nobel del Mare. Il Tridente le fu consegnato a Ustica subito dopo un’impesa memorabile: aver ricercato, trovato e filmato a meno 74 metri, insieme a Vailati, il grande transatlantico italiano Andrea Doria che affondò nel nord Atlantico Il 25 luglio del 1956. È un relitto diventato leggendario per la difficoltà dell’esplorazione dei suoi interni vastissimi, nel quale molti subacquei, presi dal bisogno incontenibile di recuperare qualcosa che potesse testimoniare il loro esserci stati, hanno perso la vita. Al giorno d’oggi i meno 74 non ci sembrano molti metri, pensando ai record in apnea di Angela Bandini, di Mayol, di Maiorca di Pellizzari, ma per quell’epoca era una grande impresa, perché ancora non si avevano le conoscenze scientifiche di oggi.
Ho conosciuto Stefano dopo aver letto il suo libro Andrea Doria –74 , fu la materializzazione di un mito. Successivamente, come libraia vendetti numerose copie dell’altro suo libro, Naumachos, ristampato numerose volte dalla Casa editrice Mursia.
Poi Stefano, sempre molto solitario e poco frequentatore degli ambienti Sub, mi raccontò di un suo bellissimo progetto riguardante l’utilizzo dell’energia solare per la navigazione. Un progetto grandioso. Organizzammo un incontro su tale tema presso la nostra Libreria quando eravamo ancora in via di Ripetta 239. Ma il progetto non ebbe successo, anche se Stefano ci mise tutto il suo impegno investendoci molti soldi. Recentemente, dopo aver ritrovato degli appunti che riguardavano la possibilità di fare un film, Stefano interpellò me e Marco per capire se c’era materiale per ricavarne un volume. Così lavorando insieme, prese vita il romanzo “Il Marinaio e il Monaco”. I subacquei saranno affascinati dal racconto del ritrovamento di reperti archeologici perché per Stefano si tratta di vita vissuta e le pagine corrono via velocemente.
Giulia D’Angelo