La piccola casa editrice
Edizioni di Storie e Studi Sociali, di Ragusa, capitanata dalla coraggiosa Giovanna Corradini che prosegue la sua opera di ricerca pluridisciplinare e storiografica del Mare Nostrum, ha pubblicato in questi giorni il secondo volume di
Storia dei Mediterrano, che ci racconta la storia da prospettive inusuali. Il libro sarà presentato alla Libreria Internazionale Il Mare
Mercoledì 8 maggio 2019 alle 18,30 in via del Vantaggio, 19 - 00186 Roma. Ci saranno per l’occasione gli autori:
Massimo Cultraro, ricercatore CNR Catania e docente Unipa
Flavio Enei, direttore Museo della Navigazione Antica di Santa Severa.
Carlo Ruta, saggista e storico del Med
iterraneo.
Insieme agli autori parleranno della storia del nostro mare anche:
Gaspare Baggieri coordinatore Museo Nazionale dell'Alto Medioevo Roma;
Pino Blasone scrittore e studioso del mondo orientale;
Maurizio Gentilini del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma;
Elisabetta Mangani già funzionario Museo Nazionale L. Pigorini. Sarà un incontro che gli amanti del mare e della nostra storia non dovranno perdere.
Nel volume, di circa 500 pagine, che prende le mosse dalle fratture storiche che aprirono alla modernità, vengono passati al vaglio aspetti determinanti di questo lungo periodo, con un approfondimento di aspetti spesso scarsamente presenti nelle storiografie novecentesche.
Si prendono in considerazione le tecniche nautiche, dalla bussola alla macchina a vapore, all’ancora, ma anche ai modi in cui l’Europa Occidentale, dopo le grandi scoperte del XV e XVI secolo, andò modellando e stabilizzando le “sue” Americhe.
Nell’indice leggiamo i capitoli di cui si occupano numerosi studiosi, prendendo parte alla discussione storica archeologica, ognuno nella sua specializzazione.
Eric Rieth, direttore emerito del CNRS Francese e docente alla Sorbona di Parigi, tratta di navi e tecniche nautiche nel Mediterraneo dal Medioevo all’età moderna, fornendo una lettura incrociata tra dati archeologici e fonti scritte.
Francesco Tiboni, storico della navigazione e archeologo navale, focalizza la cantieristica di navi e barche al tempo delle Repubbliche marinare.
Renato Gianni Ridella, membro del Laboratorio di Storia Marittima e Navale dell’Università di Genova, tratta di mercanti di cannoni e di produzione di artiglierie per la difesa del naviglio commerciale nel Mediterraneo del XVI secolo.
Irena Radić Rossi, docente dell’Università di Zadar, in Croazia, insieme a
Mauro Bondioli e
Mariangela Nicolardi ricostruisce le storie curiose della nave veneziana, la
Gagliana grossa (1567-1583).
Luca Lo Basso, docente di Storia navale all’Università di Genova, si occupa di traffici mediterranei, investigando soprattutto i commerci di corallo e spezie tra Genova, Marsiglia, Livorno e Alessandria d’Egitto alla fine del XVI secolo.
Carlo Ruta, saggista e storico del mondo mediterraneo, argomenta sull’Europa mediterranea e le rivoluzioni della modernità, tra scoperte geografiche e innovazioni tecnico-scientifiche.
Massimo Cultraro, ricercatore di IBAM-CNR e docente di paletnologia all’Università di Palermo, muove «alla ricerca del Labirinto: umanisti, viaggiatori ed antiquari a Creta tra Medioevo e Rinascimento».
Franco Cardini, storico, docente universitario e scrittore, tratta di Cristianità e Islam tra la battaglia di Lepanto e l’assedio di Vienna (1571-1683).
Emiliano Beri, docente di Storia moderna all’Università di Genova, interviene sulle attività di contrasto verso i corsari barbareschi: una guerra permanente nel Mediterraneo di età
moderna.
Flavio Enei, direttore del Museo della Navigazione Antica di Santa Severa, definisce alcuni passaggi essenziali della storia moderna di Santa Severa, antico scalo portuale della «spiaggia romana».
Deborah Cvikel, docente all’Università di Haifa e al Leon Recanati Institue for Maritime Archaeology, investiga i relitti del periodo Ottomano ad Akko, in Israele.
Stefano Medas, direttore dell’istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale di Venezia, muove alla ricerca dell’ancora perfetta:
il Trial of Anchors all’Arsenale di Sheerness nel 1852.
Maurizio Brescia, storico della Marina italiana e direttore della rivista «Storia militare» si occupa infine della battaglia di Lissa (1866), focalizzandone soprattutto le rappresentazioni iconografiche coeve, in Italia e nell’Impero austroungarico.