Il viaggio Alle Isole Marchesi di Hans Kitzmüller non è turistico; non è quindi un'esperienza epidermica alla ricerca di convenzionali scenari esotici nel Mari del Sud. Lo scrittore mitteleuropeo e adriatico evoca, con curiosità e immedesimazione, la vita, le tradizioni, l'antropologia dei Marchesani; sente, già nella prima sera dell'arrivo, il rullio dei tamburi 'lontani'; avverte, immediatamente, il senso della festa ludica come patrimonio inestinguibile, l'identità che caratterizza un popolo che vive nel cuore dell'Oceano Pacifico. La sua scrittura, austera e pensosa, si fa spesso affabile quando introduce ai sentimenti delle persone, perché Kitzmüller è uno scrittore visivo e insieme acuto, che ritrae sì la magnificenza dei paesaggi delle Isole Marchesi, ma sa anche esplorare il 'paesaggio' delle anime che incontra. Secondo l'autore, l'approdo è sperimentare il clima e la realtà di un paradiso perduto; e il non-ritorno, poi, si rivela come il vero luogo dell'utopia; però, narrativamente, è nel ritorno, tramite la memoria, che l'Eden assoluto si fa metastorico e creativo. Questo "taccuino di viaggio" è 'guida' singolare e diversa, cioè autentica opera che attraversa le Isole Marchesi, coinvolgendo il punto di vista di alcuni straordinari scrittori come Stevenson, Melville, London: per Hans Kitzmüller la vera storia degli uomini è data dalla grande narrativa. Infine si staglia a sigillare il taccuino l'ineffabile figura di Gauguin, che dà umore a tutto il libro.
Data pubblicazione
01/11/2005