Opere a più arcate di senso, nelle quali figure ed episodi s’aprono nel tempo a diverse letture, le fiabe di Andersen sono come ponti: La sirenetta in particolare, la cui storia sta sui confini tra amore e sacrificio, tra sentimento che incanta e sublimazione del desiderio, tra acqua e terra con la costellazione di archetipi e di antichissimi valori simbolici che in esse si contiene. E come ponte, sorretto da tanta suggestività semantica, che riecheggia dei modi e degli stili della tradizione fiabesca, dall’Apuleio delle Metamorfosi ai fratelli Grimm, e che si colora delle nuove sfumature della sensibilità romantica espansa così da avvolgere le funzioni e le essenze del racconto, La sirenetta riporta, a monte, sulla riva del vissuto d’autore, là dove s’origina la necessità esistenziale del narrare, in una infanzia piena di povertà eppure abitata da sogni, in una adolescenza arricchita di passioni e di utopie; mentre, a valle, l’altra riva è un fitto intreccio di interpretazioni e di adattamenti, ora in linea con i nuovi modelli di cultura, ora in rapporto con l’orizzonte d’attesa del lettore potenziale. Di questo intreccio l’iconografia è una testimone delle più attendibili, sia quando mostra tratti di composizione liberty, sia quando schiude prospettive surreali, sia quando accentua languori erotici, sia quando sceglie il profilo avventuroso adatto per il lieto fine di una lungometraggio d’animazione. L’insieme di questi elementi scorre e si raddensa nel libro, un libro di parole e di immagini scritto con cura appassionata e con delicatezza, scritto come una fiaba.
Data pubblicazione
01/12/2014