Negozianti, artigiani, venditori ambulanti e quanti esercitano un mestiere in una città rispecchiano il carattere di una popolazione che muta in tempi successivi; sono veri e propri personaggi, a volte anonimi, ma non per questo meno significanti, della storia stessa della città. È un fatto, ad esempio, che ai mestieri e ai loro protagonisti va attribuito in pieno il merito di essere stati, e in parte di essere tuttora, gli artefici della vita quotidiana di Roma nelle sue varie necessità materiali, per come si sono rivelati capaci di rendere talvolta viva una piazza o una strada con le grida di richiamo e la mostra dei prodotti. Questo libro è nato dall'idea di proporre al lettore una ricostruzione di certi ambienti, con una ricollocazione di attività e figure come erano, secondo i tempi in cui il mestiere sorse e si sviluppò a Roma. Una rassegna che ha finito per ampliare però il proprio campo di osservazione includendo certi mestieri originari extra moenia, come quelli del cipollaro originario di Amatrice, del fusagliaro oriundo di Camerino o del norcino sceso da Norcia, nonché altri tipicamente femminili, come quelli della sigaraia, della stiratrice, della lavandaia e, perché no, della «sdraiona» ovvero della prostituta. Nata da una ricerca di anni su fonti dirette e indirette, sul controllo di non meno di seicento cataloghi di librai antiquari, in monografie o studi generali, quest'opera attraverso milletrecento «voci» circa offre uno «spaccato» quanto mai originale di un mondo di Roma quasi del tutto scomparso.