Il fine più esplicito di un lavoro come questo Atlante è quello di descrivere ambienti che sono ancora poco conosciuti. Sembra un paradosso che ci siano ambienti poco conosciuti in un’epoca in cui tramite immagini da satellite si possono leggere i numeri delle targhe delle macchine di qualunque città del mondo, contare gli alberi di ogni giardino ed in cui anche dei pianeti vicini conosciamo dettagli e caratteristiche della superficie. In realtà il fondo del mare rimane ancora per la gran parte ignoto nelle sue componenti principali, ed in particolare nella distribuzione degli organismi che lo abitano. Eppure sono organismi con i quali abbiamo un continuo contatto diretto ed indiretto. Ad esempio, con le risorse ittiche, che sono una parte fondamentale della nostra alimentazione, o anche con le specie più costiere con cui entriamo in contatto nelle attività balneari che tanta importanza hanno nel nostro turismo peninsulare, o nelle attività di conservazione ambientale e naturale che sono oramai al centro di un crescente interesse anche per le aree marine. È esperienza comune per molti di noi navigare su internet con programmi di esplorazione della superficie della terra, e sappiamo come fare a scendere rapidamente dalla visione dell’intera Italia al dettaglio della cupola di S. Pietro. Ma se provassimo a zoomare su un punto qualunque della superficie del mare l’immagine rimarrebbe opaca o al massimo si riuscirebbe a percepire qualche cosa soltanto nei tratti più vicini alle coste con acque limpidissime