Le grandi imprese della navigazione hanno fatto la nostra Storia e sono celebrate in volumi e volumi, senza i quali la nebbia del tempo ne cancellerebbe il ricordo. Dalla leggendaria Arca di Noé, passando dai Fenici, dai Vichinghi, dai celebri ammiragli quali Colombo, Vasco de Gama, Magellano e Verrazzano e quanti altri, fino all'epoca moderna con la fine dell'epopea della vela e l'avvento del vapore e dell'elica, il mare ha visto impegnati scrittori, diaristi, studiosi, narratori, storici, esploratori e dietro ad essi altrettanti "tipografi" che hanno portato le loro parole ad una più vasta platea di ascoltatori. Questo libro fortissimamente voluto, su un preciso stimolo dello Yacht Club Costa Smeralda, ben prima che Destriero superasse lo Stretto di Gibilterra per le sue due fantastiche galoppate. Anche noi, lasciatecelo dire, perché ne siamo orgogliosi, credevamo nella bella e veloce nave italiana, che ci ha regalato un brivido di sano nazionalismo, quello stesso che sicuramente è stato avvertito anche dalla gente che non ha il mare sotto la pelle. Così, come è accaduto oltre mezzo secolo fa quando il Rex, indimenticato e indimenticabile, issò il Nastro Azzurro. Vi assicuriamo che è vero. Il titolo di questo libro, "L'Atlantico a 100 all'ora", era già stato scelto fin da giugno, 50 giorni prima che Destriero passasse sotto l’ideale fotofinish del Bishop Rock, alle Scilly. Sì,fortuna, ma anche preparazione e intuito dell'autore, che anch'egli credeva, dopo una prima visita a bordo della nave, nelle potenzialità dell'unità voluta dal Principe Karim. Se la Coppa America è la più importante ed impegnativa competizione del mondo velico, il Nastro Azzurro è in parallelo il più ambito riconoscimento per le sfide a motore sull'oceano. Sappiamo che il Presidente dello Yacht Club Costa Smeralda da sempre voleva, come si suoi dire, portare a casa uno dei trofei. E con la svolta di recente presa dalla Coppa America, un indirizzo che l'Aga Khan e i suoi più stretti collaboratori non condividevano, è scattata la molla che ha dato vita a Destriero. Il progetto ha richiesto, più o meno, otto anni di riflessione. Era un problema così complesso che, per cinque anni, il Principe e il Club che presiede si sono avvicinati all'idea per definire, senza incertezze, le caratteristiche del mezzo necessario a lanciare la sfida. Arduo, ad esempio, scegliere tra catamarano o monocarena. Poi ha prevalso questa seconda soluzione, una carena a dislocamento veloce. Altri tre anni per costruire la nave e conseguire il risultato per cui era stata "pensata". Un progetto audace, ma concreto, in perfetta sintonia con la nostra epoca dominata dalla tecnologia. Un progetto nel quale hanno creduto uomini come l'Avv. Gianni Agnelli, il Presidente del CONI Arrigo Gattai, il presidente dell'lri Franco Nobili. Persone che hanno una visione chiara ed elevata di imprese come queste. Tutti, partners a sostegno compresi, hanno afferrato subito non soltanto il fascino, ma anche e soprattutto i contenuti tecnici del progetto e l'hanno appoggiato con le rispettive professionalità. Noi arriviamo ultimi. Siamo soltanto i cronisti di un avvenimento, per fortuna positivo, da prima pagina. E ci siamo imposti di raccontarlo, con tutti i particolari inediti, in modo che anche il lettore non marinaio possa vivere l'esperienza diretta, ill prima persona, come se fosse ai comandi della nave. Il vero marinaio è come un amante infatuato, ci sono persone che non hanno alcun interesse per il mare, altre ancora che ne sono addirittura avulse, respinte. Ma chi non ha sognato, magari in gioventù, almeno una volta di stringere un timone tra le mani ed affrontare una tempesta? Ebbene, questo libro è un contributo a concretizzare in parte il vostro sogno. Ma mentre leggete fate una riflessione. Siamo alla vigilia di una profonda rivoluzione nel trasporto marittimo. Destriero è il capostipite di una futura numerosa famiglia di navi ed i suoi contenuti li vedremo tra pochi anni trasferiti su una quantità di imbarcazioni ad alta velocità per impieghi anche oceanici. Essere testimoni di un fatto storico per la nostra cantieristica e per l'intero mondo del mare non può che suscitare amor proprio e legittimo orgoglio. Lo stesso Aga Khan ha detto chiaro e forte: "Mi auguro che il Nastro Azzurro rimanga a lungo in Italia ". Bravo, Destriero, grazie.