Il giro del mondo è il sogno nel cassetto di ogni velista, ma per me era un obiettivo, una conquista, una cura. Non avevo altra scelta, dovevo partire. Dalla traversata atlantica con una sola vela alla scuffia nel mar dei Caraibi, dal fascino primitivo delle Galápagos ai mostri marini della Polinesia francese, la paura mi ha accompagnato fino alla Nuova Zelanda. Poi il passaggio nell’oceano Indiano, la navigazione in solitaria da La Réunion al Sud Africa, la risalita da Città del Capo ai Caraibi, il saluto all’oceano e il rientro in Mediterraneo. Miglia dopo miglia, le isole, i navigatori, gli incontri hanno trasformato la paura in un’avventura straordinaria: 1165 giorni da uomo libero sugli oceani. Il giro del mondo in barca a vela non è la cura a tutti i mali, è però un’eccellente medicina. Per me lo è stato.
Data pubblicazione
07/07/2018