Vi è qualcosa in comune tra la “mappa di Cedolina”, graffita più di tre millenni fa? Quali segni e significati accomunano la carta stradale elettronica presentata sul video degli strumenti di supporto alla circolazione e la “Tabula Peutingeriana” di età romana, con il suo delineare l'articolata rete delle vie dell'Impero? La ricostruzione dei caratteri originali ed “originanti” della “carta” è uno dei compiti che i più recenti sviluppi della storia della cartografia propongono come tema di ricerca indicazione che questo testo ha raccolto. L'analisi condotta nella prima parte si svolge seguendo il mutare del “senso” e del ruolo attribuiti alla rappresentazione. Da una modalità rappresentativa allusiva, qualitativa e “tattile”, che opera spesso come complemento alla scrittura, ad una dichiaratoria, quantitativa, misurata e “neutra” che libera progressivamente il documento cartografico da uno stretto rapporto con il testo. Due sono le grandi “rivoluzioni” recenti avvenute nell'ambito della rappresentazione del mondo e ad esse è dedicata la seconda parte del testo. Da un lato il rapido imporsi di una cartografia non più solo rivolta ad indicare, con sempre maggior precisione, dove sono e che forma hanno gli oggetti, naturali o artificiali, ma anche attenta a delineare le caratteristiche quantitative di “cose” e di “fenomeni”, e le loro correlazioni, per rintracciare una possibile spiegazione e quindi formulare leggi di comportamento dei fenomeni stessi. In una parola, l'affermarsi della cartografia tematica. La seconda “rivoluzione” ha ancora come protagonista l'informazione geografica alla quale però si associa la larga diffusione della tecnologia informatica così da dare origine ai Sistemi informativi geografici (GIS). Si sommano così potenzialità che, almeno all'apparenza, consentono di superare di slancio i limiti strutturali insiti nelle tradizionali modalità di elaborazione e rappresentazione dell'informazione geografica.
Data pubblicazione
01/09/2005