La novità della collana Viaggi senz’auto, una discesa verticale dentro tre città, una sorta di immersione profonda visto che sono luoghi di mare: Trieste, Livorno e Taranto, distanti ma sembrano scritte dallo stesso sceneggiatore, con un passato simile e la necessità di inventarsi un futuro. Un reportage narrativo a due voci, quelle di Paolo Merlini e Maurizio Silvestri, viaggiatori che utilizzano per i loro spostamenti unicamente mezzi pubblici. C’è stato un momento in cui Trieste, Livorno e Taranto non erano Città nascoste, oggi però questi luoghi si lasciano alle spalle una notorietà e una prosperità economica legate a un’industria fiorente o alle fortune commerciali di un porto; e ora, esaurito il filone buono, hanno un futuro tutto da inventare per uscire dal cono d’ombra in cui sono finite. Un futuro questa volta più vicino alle proprie radici, un’identità legata alla loro bellezza, ai luoghi, alla tradizione e anche, perché no, alla cultura del cibo e del vino. Il libro conduce alla scoperta delle tre città; ma è soprattutto un viaggio “altro”, che rivela le ragioni che dovrebbero spingere il viaggiatore a farvi tappa, a scoprirle o riscoprirle. In giro a Trieste, in balia dei suoi venti, nei caffè carichi di storie, sotto la statua di Umberto Saba o Italo Svevo, sul Ponte Rosso con Joyce o nel tram di Opicina; nel Carso con i suoi vini austeri, i profumi d’Oriente e la rivoluzione di Franco Basaglia. Livorno ha accolto gli autori con la sua identità multiculturale; la città del porto, del “cinque e cinque” al mercato vecchio, di una delle librerie più antiche d’Italia, del cacciucco davanti al mare, i giri in barca nel quartiere della Venezia, gli chansonnier maledetti, Piero Ciampi e Amedeo Modigliani. Infine la luce sconvolgente di Taranto, la città vecchia e le persone nuove, i fumi dell’Ilva, le battaglie per una Riserva Naturale, per un teatro nel cuore del famigerato rione Tamburi, la ripresa dell’allevamento delle cozze, identità e cambiamento. La città che vogliamo aggiustare. Spostamenti fatti con i mezzi di trasporto pubblico, autobus e ferrovie secondarie, perché un luogo si inizia a “sentire” già nel percorso di avvicinamento.
Data pubblicazione
01/04/2016