Antonio Scialoja fin dal 1922 aveva proposto quel "sistema del diritto della navigazione" che trovò vent’anni dopo, grazie ad un suo eccezionale allievo, il coronamento auspicato, in un Codice innovativo rispetto alle impostazioni precedenti, basate sulla disciplina del diritto commerciale marittimo. La visuale sottostante all’unitaria raccolta delle regole da darsi al "trasporto autarchico" (come Scialoja denominò la "navigazione") nel mare, nell’aria e nelle acque interne va studiata per intendere meglio il rapporto tra codificazione e giuristi; e soprattutto per indagare l’odierna interazione tra due soggetti mutevoli, l’utente del diritto e la "natura".
Data pubblicazione
01/11/2014