Tutti i mari del mondo sono un solo mare. Qualunque nave abbastanza solida, con un equipaggio competente, fornita di sufficienti provviste e dotata dei mezzi necessari per trovare e seguire la rotta, può raggiungere qualsiasi paese del mondo che abbia una costa. Con queste parole J.H. Parry apre il suo brillante studio sulla storia dell'Europa marinara nel XV e XVI secolo. La "scoperta" della continuità degli oceani, ignota agli europei prima del 1400, era il presupposto indispensabile all'espansione del commercio su scala mondiale, allo sviluppo degli imperi marittimi e alla possibilità di allargare il controllo politico su una scala fino ad allora impensabile. Parry traccia in dettaglio gli sviluppi delle società, delle politiche e della tecnologia che resero possibili i primi coraggiosi viaggi di scoperta. Descrive l'evolversi degli scafi e delle attrezzature, i progressi nell'arte della navigazione, nella strumentazione di bordo, nella cartografia. Esamina i contributi delle varie culture: le tecniche arabe di costruzione delle barche, le conoscenze in campo astronomico, gli effetti del commercio ottomano e le pratiche bancarie italiane, il contributo dovuto all'invenzione della stampa e le conseguenze dell'esaurirsi delle miniere europee. Analizza le correnti di marea e i sistemi di venti dominanti. E infine descrive i grandi viaggi di esplorazione di De Gama, Colombo, Magellano e altri, noti e meno noti. Grazie alle loro imprese la visione del mondo - e il modo di vivere - dell'uomo cambiò definitivamente. Dalle zattere cinesi di bambù, all'arrivo a Siviglia nel 1522 dei sopravvissuti all'impresa di Magellano, Parry narra una storia vivace e ricca di collegamenti, descrivendo i paesaggi e le coste avvistate da quei primi marinai grazie anche alla sua esperienza diretta dovuta a numerosi viaggi di studio.