Solitamente si ammira un paesaggio per le sue bellezze intrinseche, ma talvolta il fascino esercitato da un lago, o da una catena di montagne, da una costiera o da un monumento, è legato anche ai modi e ai sentimenti con cui poeti, scrittori e pittori li hanno cantati o descritti. Chi mai, per esempio, riesce oggi a visitare il lago di Averno o la grotta della Sibilla a Cuma senza richiamare subito alla mente i versi di Virgilio? O a vedere le pietre di Venezia senza ricordare scritti e acquarelli di Ruskin? Questo è quanto accade oggi anche per le numerose località che si affacciano sul golfo di Salerno, visitate, a partire dalla fine del XVIII secolo, da archeologi e storici, scrittori e poeti, filosofi e musicisti, pittori ed incisori: il visitatore colto e meno frettoloso che di questi tempi vi si reca, non potrà mai prescindere nell'ammirarle dal rievocare immagini, versi o descrizioni a noi pervenute attraverso mille e mille dipinti, disegni, stampe o ricordi di viaggio. Scopo precipuo di questa ricerca, allora, è quello di estendere alle diverse località del Golfo di Salerno quella catalogazione di larga massima che, ormai da diversi anni, l'Autore sta eseguendo delle vedute incise o litografate, o talvolta solo disegnate o acquarellate, prodotte tra il XVII e la prima metà del XIX secolo, catalogazione che ha già interessato Napoli, Capri, Pompei ed Ercolano, il Vesuvio, i Campi Flegrei e la Penisola sorrentina, accompagnandola con alcuni tra i più interessanti ed originali ricordi di viaggio tratti dalla letteratura odepòrica. Pur non trattandosi, ovviamente, di una catalogazione completa, ormai impossibile per le stampe, considerato l'elevato grado di dispersione, in mille rivoli, subito da libri e raccolte, peraltro non necessaria tenuto conto della ripetitività e talvolta della banalità delle illustrazioni più tarde, e sempre impossibile per i disegni e gli acquarelli, tenuto conto del gran numero di opere prodotte da artisti di professione e da dilettanti, e della loro dispersione in Europa tra musei e collezioni private, si è pervenuti comunque ad un corpus imponente di immagini, raramente di alto valore artistico, ma spesso di eccezionale importanza documentaria per la conoscenza della morfologia dei siti, o della struttura urbanistica, o delle architetture delle città, o, infine, di usi e costumi sia dei residenti che dei viaggiatori Sono immagini, tra l'altro, quelle qui presentate, note, in genere, soltanto a collezionisti di libri e stampe antiche, perché finora piuttosto trascurate sia dagli studiosi di letteratura odepòrica che dagli storici dell'arte, essendo spesso da questi considerate quasi alla stregua di quelle delle cartoline-souvenirs. Ovviamente, sulla base di tutto quanto prima si è osservato, in questa ricerca il numero delle vedute prodotte tra il XVII ed il XVIII secolo risulterà molto limitato, così come estremamente limitati sono i riscontri nella letteratura periegetica, mentre numerose risulteranno le vedute disegnate o incise nell'età romantica: solo a partire dal secondo decennio dell'Ottocento, infatti, artisti e semplici illustratori vennero a Paestum, ad Amalfi e nelle altre località vicine sempre più numerosi, o perché desiderosi di trarre ispirazioni da luoghi ancora inesplorati e di assoluta bellezza e da monumenti ed aspetti di vita popolare del tutto originali, o semplicemente perché incaricati da grossi editori stranieri d'illustrare i nuovi luoghi scoperti dal turismo europeo in opere divulgative, ampiamente illustrate, capaci di far conoscere località lontane e costumi anche a chi non era in grado di sostenere le forti spese per un viaggio di lunga durata. Fu per tanti aspetti un trentennio d'oro quello tra gli anni Venti e gli anni Quaranta dell'Ottocento, un trentennio che vide soggiornare negli alberghi di Sorrento, nei Cappuccini d'Amalfi o nell'Hotel de l'Europe a Salerno i migliori tra i pittori, gli incisori ed i litografi europei, insieme a filosofi, letterati, musicisti ed aristocratici.