I quarant’anni compresi tra 1880 e 1920 sono stati determinanti, in Italia, per la transizione della marina mercantile nazionale dalla vela al vapore. Questa lunga mutazione, iniziata in tutto il mondo nella prima metà del XIX secolo, ha col tempo modificato radicalmente il settore dello shipping, costringendo i lavoratori del mare a una rivoluzione senza precedenti, dovuta ad un rapido e vertiginoso cambiamento tecnologico che ha posto fine all’antico regime della storia marittima. Non sempre, però, il processo di evoluzione tecnologica applicata al mondo del lavoro ha prodotto effetti positivi. Nel caso del settore marittimo, l’età della transizione ha introdotto nuove figure professionali a bordo delle navi, a scapito di quelle più tradizionali, e il processo di integrazione è stato lungo e faticoso. Inoltre, l’ascesa rapida del capitalismo di quel periodo ha provocato, da una parte, un altrettanto veloce arricchimento dei ceti imprenditoriali, dall’altra, una forte crescita delle diseguaglianze sociali, con effetti negativi nei confronti dei ceti subalterni. Gli studi di Luca Lo Basso, basati su una ricca e inedita documentazione d’archivio, raccontano questa lunga pagina di storia marittima italiana, analizzando, in particolare, il caso del Regno d’Italia, dove il processo è stato favorito da un progressivo intervento istituzionale, che ha accompagnato la nascita delle nuove compagnie di navigazione a vapore, attraverso un sostegno economico e politico molto forte, e che, per converso, ha trascurato il lavoro marittimo dei ceti più deboli, difesi, questi ultimi, dai nuovi e attivi sindacati marittimi, nati a partire dal primo decennio del Novecento.
Data pubblicazione
10/01/2020