Guido Spadolini, ha sempre coltivato una profonda passione per il progetto nautico. La scuola fiorentina di Design, presso la quale l'autore si è formato, alla quale sono approdati i migliori progettisti dello Yacht Design, conserva una concezione ideologica autoctona verso la quale si èsempre rivolto l'ingegno di Guido Spadolini. La ideologia è sempre la stessa, quella che era nata nella Firenze antica, dall'accademia del cimento, la filosofia della sperimentazione: "provando e riprovando", la scuola della ricerca applicata al progetto. Così il progetto diventa, nelle regate del Mediterraneo, terreno di allenamento e di verifica progettuale per architetti del calibro di Andrea Vallicelli. Esperienze, ricerche, progetti ed attività sportiva che l'autore intende mettere a disposizione delle nuove generazioni di progettisti e di designers che si stanno affacciando al mondo delle discipline nautico navali. Il disegno industriale e Italian Style. nel campo dello yacht design si basano sulla innovazione formale e tecnologica e Guido Spadolini ha sempre affrontato questo settore della progettazione, partendo da questi presupposti per ottenere nuove prestazioni e nuovi obiettivi tecnologici ed estetico formali. Sperimentare significa verificare, dal progetto al risultato finale, la morfologia dei componenti, ovvero dello scafo, delle vele, fiocchi e spinnaker, di tutti i tipi di arredi e di attrezzature, delle motorizzazioni, delle linee, delle forme, dei materiali, dei colori ecc. Il concetto di progettazione sperimentale, che si sviluppa dal "gommoni" che, nel corso degli anni hanno avuto una continua e rapida evoluzione. Egli credeva nel design come cultura degli oggetti. Così elaborava e "preparava" oggetti di uso corrente, per farli diventare oggetti "cult" o oggetti "fashion". Ma la differenza sostanziale fra l'approccio alla elaborazione" dell'oggetto, ed in particolare al mezzo di trasporto con riferimento specifico al mezzo nautico, della cultura del restyling all'americana, e l'elaborazione del designer, stava proprio nel tipo di cultura, di gusto e di suggestione cromatica che infondeva nelle sue elaborazioni. Nel giovane architetto Spadolini, emergevano i tratti di una tendenza orientata verso la cultura tecnologica più avanzata ed un amore alla progettazione "innovativa" che si delineava come una netta predilezione verso lo sviluppo e l'applicazione dei materiali leggeri, ma comunque capaci di sopportare forti tensioni. L'esperienza internazionale ha poi contribuito a radicare queste volontà e queste impostazioni iniziali in una matura coscienza professionale. Durante il corso degli anni Guido ha lavorato per importanti industrie di costruzioni edilizie e navali ed ha collaborato con gli studi dei migliori progettisti e designer, dal Giappone agli Stati Uniti, passando attraverso le più avanzate esperienze europee. L'esperienza maturata in relazione alle scuole nautiche di Southampton in Inghilterra, di Nantes e della Rochelle in Francia, nonché i rapporti con i progettisti americani, avevano convinto Guido Spadolini ad affrontare direttamente il progetto di una barca a vela d'altura estremamente leggera, in grado di avere prestazioni eccezionali. La collaborazione con valentissimi progettisti nautici ha portato a realizzare ed a varare il "Koala hight tec", una barca veramente innovativa in grado di raggiungere facilmente i 20 nodi con la sola forza del vento. La tendenza verso una barca a vela d'altura a tecnologia avanzata, si è manifestata attraverso questa importante realizzazione. Ma la tradizione di famiglia e la vocazione, rivolta al progetto, inteso come terreno di sperimentazione, nonché all'Università come alveo formativo e di ricerca applicata, hanno portato Guido Spadolini ad impegnarsi nei Corsi di Studio in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Firenze.