Il progetto la "Devozione e il mare" è il risultato di una ricerca condotta dalla Regione Liguria finalizzata alla documentazione e all'analisi delle opere di devozione marinara custodite nei centri costieri. Il patrimonio, secondo le testimonianze documentate dagli inventari dei santuari o menzionate dai libri di storia locale, doveva essere di straordinaria ricchezza. Nel mondo marinaro il culto delle offerte votive ebbe vasta diffusione e non vi era santuario lungo le coste che non ne possedesse, tanto che molti di questi santuari sono proprio dedicati alle "Grazie", alle grazie ricevute dai naviganti. Il dono votivo era conosciuto anche in epoca romana, il così detto voto suscepto, la tradizione è dunque antichissima anche se la dispersione delle opere, dovuta, oltre che al deperimento dei materiali, alle spoliazioni e all'incuria, ha fatto sì che le testimonianze più antiche non siano antecedenti al XVI secolo. Il primo obiettivo, che ci si è posti, è stato di intraprendere la catalogazione di questi materiali, ritenendo che la conoscenza, anche dal punto di vista quantitativo: sia il presupposto indispensabile alla programmazione delle attività sia di approfondimento storico- scientifico sia di tipo conservativo, di valorizzazione e divulgazione. Si può tentare un primo bilancio dell'operazione, seppure in via provvisoria e per accenni. La catalogazione e i successivi interventi conservativi hanno portato, in primo luogo, ad accertare che il supporto dei più antichi ex voto, risalenti al XVI e XVII sec., è comunemente costituito da tavolette di pioppo o abete, pino o faggio, e solo in alcuni casi con la preparazione in gesso o colla animale. Nel XVIII secolo prevale il dipinto su tela, in canapa o lino, fin o all'avvento del supporto cartaceo per gli ex voto marinari dalla metà dell'Ottocento in poi. Il canone compositivo, che presuppone una terminologia comune tra la commitenza e la produzione materiale, diviene un mezzo per esprimere testimonianze di fede, come tali facilmente fruibili da tutti i credenti. Strutturalmente l'ex voto è ripartito tra lo spazio dedicato al fatto miracoloso e quello riservato all'apparizione divina, secondo parametri ben distinti. La parte descrittiva evidenzia un uso di colori ed effetti chiaroscurali che rendono non solo verosimile ma anche decisamente drammatico l'evento, mentre nella parte dedicata alla ierofania prevale un uso simbolico della luce, con una raffigurazione sacra generalmente tratta dalla' tradizionale iconografia religiosa. Questa ripartizione dello spazio, tipica della produzione votiva più antica, si evolve nel tempo a favore di un maggior risalto della scena drammatica, a discapito dell'apparizione divina, che diventa più piccola e quasi sempre è collocata in alto, a sinistra, dell'ex voto. La narrazione è esplicita, l'avvenimento drammatico è descritto con minuzia, identificabile e quindi riconoscibile dall'intera comunità religiosa. In alcuni casi oltre al naufragio o alla battaglia compaiono, in una resa prospettica ortogonale, la descrizione delle coste marine e del santuario al quale l'ex voto è destinato. Dalla seconda metà dell'Ottocento la diminuzione dello spazio dedicato alla ierofania si fa ancora più accentuata fino, in alcuni casi, ad estrometterla. Il supporto è ora quasi sempre cartaceo, la tecnica è tendenzialmente quella di stendere uno sfondo ad acquerello e di delineare la nave, la scena del naufragio e le onde a tempera. Il punto centrale dell'ex voto diventa dunque la nave, che viene descritta dettagliatamente, e anche con notevole perizia tecnica, nell'attrezzatura, nelle vele, nella manovra: tutto quanto è descritto corrisponde perfettamente alle regole della navigazione. L'iscrizione, che nelle opere più antiche era elemento accessorio, diviene ora mezzo di informazioni circostanziate sulla rotta, sul giorno mese ed anno, sul nome del capitano e armatore, sulle coordinate di navigazione e sulla descrizione del carico.