Ponendosi dal punto di vista di Napoli capitale, i Borboni riconoscevano un "di qua" e un "di là" dal faro di Messina. Ponendosi dal punto di vista della sua Sicilia, come dalla parte degli infedeli, Vincenzo Consolo rovescia la prospettiva e racconta l'isola partendo dal mare che la circonda. Un Mediterraneo per niente scontato, teatro non solo di bellezza e di civiltà, ma anche di scempi e di scorribande, dove alla ferocia dei pirati barbareschi si affianca quella - forse in passato sottaciuta - dei pirati cristiani. Al centro di questo mare è la Sicilia, che nel racconto di uno scrittore davvero mediterraneo, attento all'influenza della natura sulle pulsioni e sui caratteri degli uomini e alle bizzarre evoluzioni della storia, diventa la terra meticcia e sorprendente che accoglie Pirandello e Tomasi di Lampedusa, la cultura araba. In perfetta armonia con il suo polimorfo 'genius loci', riflesso di una terra e di un'umanità caratterizzate dalla "mescolanza di cose frammiste", "Di qua dal faro" rientra così nel novero di quei libri colmi di fascino che sono a un tempo racconto e saggio, storia e mito.
Data pubblicazione
01/01/1999