Il titolo «diario di guerra» dato alle pagine che seguono non è del tutto esatto. Infatti, pur essendo sostanzialmente queste pagine un estratto dal giornale che ho scritto durante la guerra, superano gli angusti limiti di un diario col tentativo di inserire la parte da me personalmente vissuta ed osservata nel quadro delle condizioni generali, politiche e guerresche della guerra mondiale così come oggi esso viene raffigurato a grandi tratti nell'opera appena iniziata degli storici. Con ciò ho avuto l'intenzione di dare ai miei camerati, e forse anche a più estesa cerchia di lettori, una visione della immensa tragedia che si è addensata negli anni 1914-1918 sopra la Germania, e soprattutto sulle forze navali. Dobbiamo noi dire con Schiller: «La storia del mondo è il giudizio universale» o dobbiamo tenerci a Federico il Grande al quale dobbiamo la sentenza che «La caduta degli Imperi è soltanto l'opera di un istante e per la loro fine basta sovente che un uomo mediocre perda la testa nel momento decisivo?» lo per conto mio propendo per questo concetto. Esso consente la prospettiva che la Germania potrà risalire quando non vi saranno uomini mediocri a guidarla.