Di che cosa andavano in cerca coloro che, nel corso dei secoli, si avventurarono oltre l'orizzonte? Di fronte all'ignoto, due sono gli atteggiamenti in cui si dividono i personaggi accomunati sotto l'etichetta di esploratori: uno è quello di chi bracca l'ignoto per cercare di sradicarlo, quasi l'odiasse, e che nel momento stesso di addentrarsi nel buio delle foreste calcola mentalmente i metri cubi di legname che ne ricaverà; l'altro è quello di chi vi si avventura nella speranza di perdervisi, alla ricerca di un altrove" che non si esaurisca in un nuovo "qui". Credo sia chiaro a quale delle due categorie vanno le mie preferenze. Ecco dunque qualcuno degli acchiappanuvole, dei filibustieri, dei temerari, dei sognatori di regni e dei chimerici imbroglioni che mi hanno accompagnato fin dall'infanzia, tutti portatori di storie eroiche, sconvolgenti o esilaranti: come quel Rob Roy MacGregor che compì l'impresa di scendere il canale di Suez in canoa un anno prima che venisse aperto; Mary Kingsley, seguace del "cristianesimo atletico", che prendeva a ombrellate i coccodrilli; James Holman e Jacques Arago, senza dubbio i più grandi viaggiatori ciechi; Percy Fawcett, che inseguiva il segreto degli atlantidei nel cuore dell'Amazzonia o l'immenso Richard Burton, la cui risata satanica continua ad affascinarci...".
Data pubblicazione
07/09/2011