Da sempre Roma ha avuto uno stretto rapporto con il Tevere, preziosa via d’acqua attraverso la quale la città provvedeva all’approvvigionamento di numerose merci necessarie alla sua sopravvivenza e al benessere della popolazione. Tali prodotti, giunti dal mare, erano diretti al porto fluviale di Ripa Grande, detto anche Riparomea, che ospitò per secoli gli uffici della dogana. Oggetto del volume è lo studio, condotto prevalentemente sotto il profilo giuridico–normativo, degli Statuti del XV secolo che disciplinarono il funzionamento e i precetti di questa importante istituzione. Si tratta rispettivamente dei Capitula et Ordinamenta Ripe et Ripecte portus Riperomee Urbis, contenuti in un manoscritto conservato presso l’Archivio Storico Capitolino, risalenti al 1416 e degli Statuti e ordinamenti de Rippa et Ripetta della santa Cita de Roma fatti et ordinati al tempo de Pio papa secundo, contenuti in un manoscritto conservato presso l’Archivio di Stato di Roma, riferibili al quinquennio 1461–1466. Gli Statuti del 1416, tradotti dal latino, sono stati commentati capitolo per capitolo e posti a confronto con gli Statuti da ultimo citati, redatti in lingua corrente, al fine di cogliere l’importanza della riforma voluta da papa Pio II Piccolomini che disciplinò il commercio marittimo, dispiegando i suoi effetti anche nei secoli successivi soprattutto con riferimento alle competenze giurisdizionali dei Camerari di Ripa.
Data pubblicazione
10/07/2019