Ricordato per le sue spedizioni al Polo Nord, sulla catena del Ruwenzori e le conquiste di importanti vette Luigi Amedeo di Savoia, il Duca degli Abruzzi, è poco conosciuto sotto tanti altri significativi profili. Gigi Speroni, nella ricostruzione del periodo storico e culturale a cavallo tra il 1800 e il 1900 parla dell’eslporatore ma anche del principe, dell’uomo, del viaggiatore. Si comprenderà bene il ruolo svolto, seppur in maniera non evidente, nella diplomazia dell’Italia, la sua obiettiva valutazione delle condizioni di paesi stranieri, il forte rispetto per il suo casato che lo portò a rinunciare al matrimonio con per Katherine Elkins, figlia del milionario senatore della Virgina dell’Ovest, l’amore per la Somalia, sua ultima tappa, dove costruì un villaggio agricolo. Di carattere schivo e taciturno, Luigi Amedeo era una persona dotata di grande rettitudine e di una straordinaria capacità organizzativa. La sua più grande passione fu l’esplorazione: ancora bambino entrò in marina come mozzo per poi diventare a 33 anni capitano di vascello; fu a capo di spedizioni per tutto il mondo, dall’estremo nord al centro della terra. Dopo aver raggiunto la cima più alta dell’Africa confessò: “Ero molto agitato. Mentre i miei compagni dormivano sapientemente io non riuscivo a prendere sonno. Domani che tempo avremo? Superato il ghiacciaio cosa troveremo? Mi sembrava sin troppo facile essere giunto così rapidamente e senza gravi problemi a un passo dalla vittoria. Troppo bello. Temevo una vendetta della montagna proprio sulla soglia del successo.”
Data pubblicazione
01/03/2010