'e vvie sulitarie

l'alta via dei Monti Lattari con Giustino Fortunato alpinista da cava de' Tirreni all'isola di Capri lungo la penisola di Sorrento

'e vvie sulitarie

l'alta via dei Monti Lattari con Giustino Fortunato alpinista da cava de' Tirreni all'isola di Capri lungo la penisola di Sorrento

Adinolfi Gaspare


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Settanta chilometri di cammino, oltre 3000 metri di sola ascensione per legare, in tre sudatissimi giorni, tutte le cime dei monti Lattàri. E non sono numeri qualsiasi, ma quelli che occorsero a Giustino Fortunato per compiere una piccola grande impresa: la traversata di una «regione distinta della Campania Felice: una penisola montuosa, ricca di antiche memorie, di varia industria, di paesaggi incantevoli». Almeno così la vedeva, dalla riviera partenopea, il pensatore lucano; futuro Senatore ma già attivo, pedestre Meridionalista. A parte le buone intenzioni, serviva l’anno 1877 ed «il più bel mattino d’autunno» per levare il Nostro dal buen retiro di Castagneto e menarlo a Pasciano, frazione di Cava: guidato da un anziano taglialegna salendo s’innestava a quello che, se non il più verde, è certo il ramo migliore degli Appennini; e sopra proseguì per il Cerreto ed il Cervigliano, il Faito ed il monte Comune, e così sia fino alla Campanella, in faccia all’universo sireniano. Lì si fermò, ebbro di meraviglie, intuendo che le divinità vanno sì interrogate, ma non ascoltate. In realtà questo non è che un pretesto, il primo, per assegnare quella traccia che, una volta abbozzata tra i banchi rocciosi, si consegna al Promontorio ateneo per spalancare, se non fuori tema, la Bocca piccola di Capri: la metafora scolastica serva a promuovere le nostre Vie solitarie.
Ean / Isbn
978880000541
Pagine
372
Data pubblicazione
01/11/2011