In questo libro gli elementi terra, acqua, cielo sono in continuo divenire, appaiono alterni o in sequenze di dimensione variante e natura che evidenziano dettagli significanti e simbiotici tra loro. Certi accostamenti, come le rughe del terreno e quelle del volto di un’anziana isolana, plasmano sia le rocce giovani di milioni d’anni che quelle della creatura vecchia di appena ottanta. È la poesia della vita che si affaccia da queste fotografie tanto poco ‘fotografiche’. L’autrice si avvale della pioggia che uniforma monocromi delicati in cui tutto sfuma nei grigi-azzurri, del vento che pettina le erbe ed i cespugli mutandoli in strani, bizzarri uccelli che hanno attraversato chissà quali oceani per venire a svernare in quest’isola. E i paesi, che si adagiano sicuri nel verde o dirimpetto al mare. Ancora successioni di immagini: irradiazioni abbaglianti, luci che galleggiano sulle onde rincorrendosi fino alla battigia, commistioni di elementi vegetali dalle forme contrastanti che divengono correnti antropiche giunte al nostro sguardo incontaminate e fermate nelle più improbabili posizioni. In quest’Elba non v’è traccia dell’Empereur dei cento giorni, né tantomeno del triste quanto famoso carcere un tempo chiamato Portolongone. Francesca è andata alla ricerca delle origini, della incontaminata purezza, seguendo il suo naturale istinto di donna che dà la vita e la ama. Si osservi allora queste immagini che sono atti d’amore senza idee precostituite, lasciandosi condurre là dove portano, senza volervi trovare per forza quello che non contengono. Una volta De Chirico rispondendo ad un critico d’arte che insistentemente voleva sapere cosa si nascondesse dietro i suoi quadri rispose ‘Il muro’. Teniamone conto scorrendo il libro di Francesca Bolla
Data pubblicazione
01/03/2001