Le epurazioni che seguirono la fine del fascismo sono uno dei tabù della storia del nostro Paese: una questione controversa e delicata. Luigi Leonardi denuncia, in questo volume ben documentato, i casi di giustizia sommaria registrati nella provincia spezzina nel 1945, quando il decreto legislativo n. 159, emanato dal governo cobelligerante del Sud nel luglio del 1944, stabilì l'epurazione di tutti quelli sospettati, a torto o a ragione, di fascismo o di collaborazionismo. Dopo un'attenta consultazione dell'Archivio di Stato della Spezia, l'autore ripropone gli atti di notifica di sospensione dal lavoro, e le relative motivazioni, inviati in quel periodo a operai, impiegati, dipendenti delle aziende pubbliche: vere e proprie condanne a priori, basate esclusivamente sulle denunce dei comitati di fabbrica o su elenchi trovati nelle ex sedi dei comandi fascisti. Molte persone furono frettolosamente condannate a morte per delitti non commessi, spesso pagando soltanto per la propria debolezza, colpevoli di non aver saputo opporsi e di aver ceduto al ricatto del più forte. L'iscrizione al Partito Fascista Repubblicano era infatti un obbligo di sopravvivenza per chiunque desiderasse salvare se stesso e, soprattutto, la propria famiglia. Una ricostruzione d'indubbio valore storico che lascia profonda amarezza e apre numerosi interrogativi.
Data pubblicazione
10/01/2011