Secondo i termini oggi più correnti si dovrebbe dire che la mostra "Da Pyrgi a Cartagine: Etruschi e Fenici sul mare" rappresenta un eccellente risultato nel sistema divulgativo. Mi sembra, invece, ben più che la mostra, ospitata nella splendida cornice del Castello di Santa Severa rappresenti un modello di pedagogia scientifica: per lo scrupolo al quale si sono attenuti i curatori, severamente orientati a rivelare l'incontro, avvenuto nella magia marina di due antiche e diversissime civiltà che si affacciavano sul Mediterraneo ben prima che venisse a determinarsi l'egemonia del la cultura romana. E' in funzione di simile rigorosa scelta che la vicenda dell'incontro tra Etruschi e Fenici si manifesta al visitatore, nell'articolazione ponderata delle due sezioni, con l'efficace scioltezza di un racconto coinvolgente e ricco per el sue preziose rivelazioni, infine, di ordine più direttamente storico. La "vita antica sul mare e per il mare" finisce così per materializzarsi tra pannelli illustrativi, reperti archeologici, plastici e modelli ricostruttivi: e si dirada l’ombra che avvolgeva i passaggi e gli effetti di questo incontro di civiltà che incise non marginalmente anche nei rispettivi sistemi di vita quotidiana. La storia più antica arriva cioè a noi, nell'effetto più conclusivo e saliente della mostra, come navigando attraverso li nostro Mediterraneo, quasi ricordandoci che l’incontro tra le civiltà permane un'esigenza ineludibile tanto più nei difficoltosi processi di evoluzione della nostra contemporaneità. Questo splendido lavoro da ascrivere al merito di chi per tanti anni si è dedicato alle ricerche storiche, documentali ed archeologiche, che hanno come rifermento il Castello di Santa Severa, rappresenta un ulteriore tappa dei nostri percorsi scientifici e culturali. Il termine "nostri" sta ad indicare quel complesse di sinergie, di risorse finanziarie, di interventi che fanno luogo alla programmazione di questa e della precedente Amministrazione comunale nel settore della cultura. Fenici ed Etruschi, due popoli, si incontrarono sul mare e fu un incontro fra tradizioni, storie, sensibilità religiose e culture diverse. Fu un incontro che aprì le porte a traffici commerciali, ad intrecci fra esperienze artigianali, a pratiche di navigazione, di arti, di mestieri, di costruzioni di strumenti, di modelli di vita. In quel mondo così antico e così lontano si possono rintracciare el radici del nostro popolo, quello dell'Etruria meridionale. Quell’universo arcaico pur non estraneo agli scontri ci restituisce anche un complesso di valori, di volontà di convivenza, di capacità di integrazione, di tolleranza, di rispetto, di reciprocità. La società multirazziale e multireligiosa del tempo, così operando, integrava le sue culture e proponeva alle sue genti un modello. Nei templi del luogo, al Giunone etrusca, Uni, rappresentava al sensibilità religiosa di quel popolo ed incrociava, nello stesso luogo di culto, l'immagine religiosa di Astarte, dea dei Fenici. I secoli che trascorreranno successivamente e sino ai nostri giorni saranno segnati, purtroppo, da conflitti fra popoli di diversa ispirazione religiosa. Conflitti che rappresentano, ancora oggi e nell'epoca presente della globalizzazione, la grande sfida che l'umanità deve affrontare per garantire ai popoli della terra la convivenza pacifica. Conflitti a sfondo religioso che sottacciono interessi e su cui si costruiscono nuove ingiustizie, stermini, grandi tragedie umane e materiali. Gli scogli us cui si infrangono le aspirazioni alla pace ed al benessere di masse sterminate di popoli del continente africano. Gli stessi scogli che ritmano il frastuono delle onde che vi si infrangono nel tragico approdo delle carrette del mare sull'isola di Lampedusa e sulle coste meridionali dell'Europa. I popoli del Mediterraneo continuano a scrivere la propria storia sull'acqua del mare. La rotta verso il benessere che fu dei Fenici e degli Etruschi si ripropone nella realtà attuale come prospettiva del rilancio economico del territorio dell'Etruria meridionale.