Vivere negli anni trenta affacciati su un fiordo della Norvegia sognando i paradisi dei mari del Sud e una vita in sintonia totale con la natura, partire insieme alla propria moglie con una nave di linea per Tahiti e raggiungere di li su una goletta Fatu-Hiva, la più selvaggia delle isole Marchesi: è quanto è accaduto al giovane Thor Heyerdahl, prima che diventasse il celeberrimo navigatore del Kon-Tiki. Fatu-Hiva è un libro che unisce al gusto dell'avventura il fascino dell'esotico, con pagine dove la meraviglia di fronte a una natura lussureggiante s'accompagna all'entusiasmo di chi tenta di stabilire con essa un rapporto non contaminato dai condizionamenti della civiltà. Siamo, come si vede, nella scia di Melville e di Gauguin. Sennonché, rievocando questo episodio della sua giovinezza, Thor Heyerdahl non si limita a darci l'avvincente resoconto di un'esperienza vissuta, dove il dramma s'alterna vividamente all'idillio, la contemplazione al suspense; ma descrive, nello stesso tempo, un processo di maturazione, un itinerario intellettuale verso la consapevolezza. Le fasi sono immediatamente individuabili: l'eccitazione che precede il viaggio, lo sgranare d'occhi al primo impatto con l'isola felice, la certezza di essere approdati a un nuovo Eden; poi le prime scoperte di una realtà niente affatto rosea che sta sotto gli inebrianti paesaggi equatoriali, le malattie, le superstizioni, le diffidenze di una popolazione decimata dal brusco contatto con la civiltà dell'uomo bianco, i pericoli che si celano a ogni svolta; infine - ma la scoperta è lunga, graduale, faticosa, e ogni tappa costa sofferenze e paure - la riconosciuta necessità di un rapporto diverso, L'isola non è terreno di sfogo di velleitarie aspirazioni giovanili, popolato di pittoresche figure da presepe, ma un mondo segnato dal lavoro e dal dolore dell'uomo e dalle vicissitudini della sua storia: non richiede cioè un'adesione incondizionata qual è quella di un bimbo davanti a un giocattolo nuovo, ma la presa di coscienza di chi sappia mettere in causa se stesso. Alla fine, naturalmente, il nuovo paradiso terrestre, pur conservando intatte le sue seduzioni, si rivela ostico e ostile, costringendo l'eroe e la sua donna a una brusca chiusura dell'esperimento tentato con tanta passione, Non esistono più isole felici, seppure sono mai esistite, dove si possa dimenticare la realtà: esistono soltanto realtà sconosciute, da scoprire e da studiare, A esse Heyerdahl dedicherà la sua esistenza e la sua opera di grande scrittore, della quale Falu-Riva costituisce il degno prologo.
Data pubblicazione
01/06/1977