II mare: un richiamo incessante, alimentato dalla necessità obiettiva di rinvenire «altrove» i mezzi per la quotidiana esistenza, da inizio, sul finire del II millennio a.C, a una grande avventura, la navigazione del Mediterraneo a opera delle genti fenicie. Abili e intraprendenti navigatori, oltreché famigerati pirati, i Fenici vedono e fanno del mare la loro fonte di vita: dal mare ha origine la colorazione delle vesti a mezzo della porpora; attraverso il mare si cercano e si rinvengono i metalli preziosi; lungo il mare si vendono i prodotti dell'artigianato e si fondano le colonie, grandi e piccole, da Cipro all'Africa, dall'Africa alla Spagna, per non parlare della Sicilia e della Sardegna, autentiche «miniere» nella riscoperta del mondo fenicio-punico. Al mare, da ultimo, è affidata la trasmissione dell'alfabeto: in questa inestimabile eredità si compendia, meglio che altrove, il nostro debito riconoscente verso chi, incurante dei pericoli, visse il fascino dell'ignoto e il piacere dell'avventura.
Data pubblicazione
01/01/1973