Filo da torcere

le costruzioni delle corde e il lavoro dei cordai

Filo da torcere

le costruzioni delle corde e il lavoro dei cordai

Guzzardi Roberto, Razeto Alberto


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Un lavoro che ci propone, dal punto di vista "piceno", confronti immediati sugli strumenti,che, seppur fondati sulle stesse leggi della meccanica, ci appaiono assai diversi nelle dimensioni e nelle forme, la ruota soprattutto. Come diversi ci si presentano gli atteggiamenti di quanti indossano la canapa da filare. Ma quello che colpisce è la diversa condizione umana degli operatori, riportata anche per latri contesti italiano: i sentieri dove venivano confezionati i filati erano quasi sempre al riparo dalle intemperie, prescindendo dalle latitudini, cosa che non si curava affatto da noi, soprattutto a S. Benedetto, che ha ricoperto il ruolo di capitale nazionale dei funai. Qui una marea sterminata di individui viveva all'aperto tutto l'anno, sia per confezionare fili, sia per torcerli e compiere le operazioni sussidiarie. Infine, alcune "invenzioni" del contesto marchigiano appaiono essere state suggerite da preesistenti marchingegni in funzione altrove, così come emergono dalle foto d'epoca. Anche qui Vi sono raccontati il ciclo della canapa, il lavoro di confezione delle corde e delle reti , ma ciò avviene con piglio didattico più efficace, merito anche dei disegni di Razeto. Non manca il simpatico glossario ed un riferimento specifico alla storia sanbenedettese dei manufatti. Una sorpresa, anche se non la più importante, è quella di San Postumio, protettore dei cordai, cordaio egli sesso. Da noi, pressoché sconosciuto, questo santo ha l'alternativa in San Biagio, per via degli influssi transadriatici (vescovo martire, protettore di Ragusa) dedotta dal martirio subito attraverso uno strumento dentato che richiama il pettine del canapino.
Ean / Isbn
97888411X
Pagine
144
Data pubblicazione
01/01/2001