Il primo di tre libri che ricostruiscono una storia possibile della marineria siciliana dalla fine del XVIII secolo alla prima metà del XX. Una storia – in gran parte dimenticata o rimossa – scritta soprattutto negli enormi registri della Matricola della Gente di Mare di 1a Categoria dove per secoli la Capitaneria di Palermo e quelle di altri porti siciliani hanno minuziosamente annotato la vita marinara di migliaia di navi e marinai. Così, assecondando le suggestioni proposte da quei grandi registri, estendendo le ricerche negli archivi – da quelli statali e comunali a quelli parrocchiali e scolastici – nelle biblioteche e in piccola parte nel web, si sono ricostruiti, dentro una trama a maglie larghe ma sufficienti, la nascita e lo sviluppo della marineria mercantile dell’Isola. Quando i ragazzini imbarcavano come mozzi a otto anni, a diciotto uscivano dal Collegio Nautico con la licenza di ufficiale e a ventiquattro erano già capitani di lungo corso e comandavano i brigantini che si avventuravano nell’Atlantico, nel Mar Nero, nel Baltico; e nei mari del Sud, a loro ancora ignoti, dove trovavano le spezie e, almeno una volta, morte per eccidio. Si racconta di secolari capitani di mare, spesso imparentati strettamente – Fileti, Di Bartolo, Montechiaro, Pirandello, Rallo, Corrao,Vella, Stabile, Trifiletti, Corvaja, Costa, Culotta, Anatrà, Kirchner, Riso, Barbaro, Bottone, Laganà, Luna, Buonocore, Mattina, Messina, Naccari, Noera, Onorato, solo per citare i nomi presenti nei tre volumi, tra diecine di altri, per esempio i Pedone e i Parrinello – di come i più antichi fra essi fossero riusciti a conoscere finalmente la rotta giusta per gli Stati Uniti, dimenticando le maligne e fuorvianti indicazioni dei capitani americani.
Data pubblicazione
04/06/2016