E’ il 13 dicembre del 1995. Natale De Grazia è l’ufficiale della Capitaneria di Porto che sta indagando sui traffici illeciti dei rifiuti nello spezzino, sulle navi dei veleni. Sale verso Spezia e viene ucciso. (...) Chissà cosa si mette in testa l’ufficiale, quando comincia a capire cosa ci sta dietro. Chissà con quale pulizia morale decide di battersi per far cessare il malaffare. Inizia a dare fastidio, insomma. E perciò lo ammazzano, e lo fanno “bene”. Lo organizzano con dovizia, il suo benservito. Non gli sparano: troppo evidente. Non lo investono, come accade con altri personaggi scomodi: anche questo attirerebbe troppa attenzione. Lo intossicano. Gli fanno assumere del veleno, senza che se ne accorga. Così De Grazia diventa pallido, respira male. Sta morendo, ma non lo capiscono nemmeno i due carabinieri che gli viaggiano accanto. Come avrebbero potuto immaginare? Quando se ne accorgono, è tardi. E comunque, non ci sarebbe stato niente da fare. Finisce così, il padre di famiglia: supino, a torso nudo, sotto la pioggia, sulla strada." La giornalista Sondra Coggio, nel suo libro-inchiesta "Il Golfo dei veleni", ripercorre i fatti che portarono alla morte di Natale De Grazia, in un momento in cui, dopo che sono stati desecretati gli atti sull'omicidio dell'ufficiale, si stanno per riaprire le indagini. Traffico internazionale di smaltimento di rifiuti, connivenza tra criminalità ed apparati statali, affondamenti di navi cariche di scorie, che vedono come crocevia la città della Spezia.
Data pubblicazione
10/12/2013