Silvio Micheli ha ricostruito pazientemente una rievocazione appassionante come un romanzo di avventure, ma rigorosa come uno studio storico le imprese ormai leggendarie degli ultimi capitani della navigazione a vela. Va subito detto che non si tratta di un invito all'evasione. Del resto chi conosce la robusta prosa di Micheli, cosi densamente nutrita dell'umanità vera dei suoi scabri personaggi, non può avere dubbio in proposito. Basterebbe pensare all'altro suo libro dedicato ai palombari dell'Artiglio che tanto successo riscosse di critica e di pubblico. Gli ultimi capitani della vela egli se li è andati a cercare, gente di ottanta, di novant'anni e passa, da Recco a Camogli, da Viareggio a Torre del Greco e giù. Li ha fatti parlare, si è fatto raccontare le loro avventure e le avventure dei loro padri raccogliendo documenti, cimeli, fotografie sbiadite, con quella passione per la vita aspra del mare che è nella sua natura di viareggino. Un racconto vero, dunque. Un romanzo di vita vissuta: il documento - raccolto dalla viva voce di coloro che ne sono stati gli ultimi protagonisti - di un'epopea che mezzo secolo fa è stata travolta per sempre dal trionfo della navigazione a motore, dopo aver dato al mondo uomini straordinari che avevano reso sempre più anguste le frontiere dell’ignoto. Micheli, che è scrittore sensibile ai problemi sociali del nostro tempo, ha trovato un tema quanto mai congeniale al suo temperamento ed ha posto l'accento, più che sul carattere eccezionale della vicenda, sulla quotidiana e spesso oscura fatica dei suoi interpreti. Come operai egli infatti li considera, con un pizzico di vita segreta in più e una problematica in meno. Fra i libri dedicati al mare, a quello vero, e non sono molti purtroppo da noi, miglia viareggina sui mari del mondo, che si affianca al primo in questa stessa collana, sono tra i pochi veramente validi perché veramente autentico è il linguaggio, che fornisce la chiave del vecchio baule ritrovato in soffitta per trarne a mano a mano le co-se. Micheli narra, narra tutto, anche le manovre, martellate pur esse come ogni altra parola di tutta la vita possibile. Il racconto che trasmette un vero e proprio discorso si avvia sulla rigorosa sintassi del giornale-di-bordo, e l'epoca della vela così lontana ormai non poteva trovare nella nostra letteratura narratore più schietto a riproporla.
Data pubblicazione
04/11/1972