I viaggi sono sempre stati i grandi vettori della civiltà mediante i quali gli uomini, anche a rischio della vita, si sono scambiati reciprocamente le idee e le opinioni, i prodotti e le merci, le malattie e i rimedi, i vizi e le virtù. Un ruolo primario spetta ai viaggi di esplorazione che sono stati spesso considerati un atto di eroica follia, il frutto delle ardimentose imprese di novelli Ulisse i quali, con le loro scoperte, hanno inaugurato l’età moderna. Ma è altrettanto vero che tramite questo atto le potenze europee hanno effettuato la conquista di vaste parti del pianeta, distruggendo talora intere civiltà, sfruttandone i beni e le popolazioni. Esiste quindi un lato oscuro dei viaggi che non deve farci dimenticare quanto la civiltà moderna deve all’avventurosa apertura delle grandi rotte oceaniche e all’esplorazione sistematica dei continenti a Oriente e a Occidente dell’Europa. Quei viaggi hanno generato la conoscenza di aspetti e di fenomeni ignoti della natura e l’incontro con civiltà millenarie che, con i loro saperi e i loro prodotti, hanno attratto avidi avventurieri e offerto inedite opportunità commerciali. Tramite i viaggi, la civiltà umana ha dato il meglio e il peggio di sé: ha promosso un’esaltante conoscenza planetaria, ma ha anche trasportato da un continente all’altro i propri simili in stato di schiavitù. In ogni epoca ha inseguito il richiamo dell’ignoto raggiungendo i luoghi più impervi e perfino quelli proibiti, e lasciandoci in eredità le affascinanti narrazioni delle sue grandi avventure.
Data pubblicazione
01/10/2015