Quasi sempre con la quarta di copertina l’editore si gioca il presente e il futuro del libro e ogni parola andrebbe pensata e pesata. Ma gli autori – come scoprirà chi, abboccando all’amo, avrà la ventura di leggerne le pagine – amano correre il rischio di uscire dagli schemi tradizionali e lasciarsi andare. Non fino al punto però di scrivere che questa è la “storia del Pesce che ha cambiato il mondo”. Purtroppo lo ha fatto prima Mark Kurlanski, autore di una delle più complete monografie sull’argomento. Il coup de foudre è scoccato a entrambi leggendo lo slogan “il Pesce che unì l’Europa” coniato da Otello Fabris, storico della gastronomia del Medioevo e del Rinascimento. Europeisti della prima ora, gli autori medesimi hanno scoperto che quello che li ha spinti a scrivere sul merluzzo – con una malcelata preferenza per lo “stoccafisso” – è proprio quel filo sottile che, attraverso “l’apparentamento di una moltitudine di ricette che si sono sviluppate lungo le vie commerciali dello stoccafisso” contribuisce come e forse più dei trattati, a costruire un comune sentire, necessario per superare i particolarismi e costruire insieme la Grande casa d’Europa. Tra i tanti fili non poteva mancare quello artistico e gli autori hanno voluto rendere omaggio ai Paesi che sono stati la ‘culla’ di questo breve trattato serio e irriverente – ma che cela una storia più vasta di antichi commerci, di sconosciute vicende politiche, di curiose culture popolari e appassionanti esplorazioni navali – offrendo al lettore un apparato iconico-illustrativo, frutto di minuziose ricerche di quadri poco noti dell’epoca d’oro della pittura fiamminga, che potrebbero aumentare di numero alla prossima… edizione.
Data pubblicazione
04/11/2023