Non sono forse un uomo e un fratello? Oh, voi che vi dite cristiani! Non può forse un africano chiedervi di imparare dal vostro Dio, che vi dice “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te“? Non basta che siamo strappati al nostro paese e agli amici, a sgobbare per il vostro lusso e per l’avidità di guadagno? Deve essere dunque ogni dolce sentimento sacrificato alla vostra cupidigia? Amici e parenti più cari, resi ancor più amorevoli ora dalla separazione dalle loro famiglie, dovranno essere ulteriormente separati, impedendo loro di rischiarare la tenebra della schiavitù con il piccolo conforto di stare insieme, di condividere sofferenze e dolori? Strappato alla propria terra dai negrieri che lo trasportano come schiavo nelle Indie Occidentali, Olaudah Equiano vive una vita avventurosa, conoscendo le vessazioni a cui i coloni sottopongono gli schiavi africani. Negli anni partecipa a guerre e a spedizioni navali, riuscendo infine a conquistarsi la libertà; anche da uomo libero, tuttavia, il colore della pelle gli porta infinite sofferenze. Soffusa di una dolente religiosità, la sua Autobiografia, pubblicata nel 1789, ne fa un’icona del crescente movimento abolizionista, che contribuirà infine a rendere illegale la tratta degli schiavi.
Data pubblicazione
20/05/2023