I rituali, le cerimonie, i tabù, le narrazioni mitiche come simbolo di istituzioni e funzioni concrete: l'umanità come elaboratrice di cultura al di fuori di ogni concezione propriamente sociologica. Ma l'antropologia culturale, più che una scienza vera e propria, è un modo di guardare all'uomo e alle sue opere, come avverte l'autrice nell'introduzione a questo bel saggio. L'opera diventa pertanto uno strumento assai insolito per intendere l'origine e lo sviluppo dei rapporti dell'uomo col "sacro" e col “potere”. L'indagine sconfina inoltre nelle contaminazioni del metodo antropologico sulla psicoanalisi, sulla psichiatria e sulla storia. La Magli si è qui preoccupata di mettere in luce ciò che si può considerare ormai come sicuramente acquisito, rinunciando alla tentazione intellettuale di sviluppare ipotesi suggestive e provocatorie. Il suo libro si distingue da ogni altro per la semplicità e la chiarezza con cui ha inteso assolvere un compito di informazione e di guida, colmando un vuoto che stava diventando imperdonabile.
Data pubblicazione
04/04/1981