Il nuovo libro di Angelo Mascia, L’isola dalle vene d’argento, è una storia della Sardegna innovativa e coraggiosa. Prima che i Greci solcassero il Mediterraneo con le loro imbarcazioni e 500 anni prima che i Fenici sbarcassero in Sardegna con le loro mercanzie, l’isola contava 7.000 nuraghi. A determinare la nascita della Civiltà nuragica fu la ricchezza proveniente dalla commercializzazione dell’argento, del rame e del bronzo. Lo sfruttamento dei metalli diventa il filo conduttore per narrare le vicende storiche della nostra terra portando il lettore nel cuore della terra, nelle fucine degli antichi artigiani metallurgici, nei laboratori degli alchimisti arabi che trasformavano le pietre in oro. La storiografia tradizionale, che faceva dei Sardi un popolo eternamene isolato e dominato, viene superata in maniera originale attraverso le prove storiche che l’autore chiarisce punto per punto. I Sardi erano guerrieri, navigatori e mercanti e nei secoli hanno intrecciato rapporti con popoli vicini e lontani. La Sardegna ha vissuto epoche felici e in altre ha sofferto soprusi e angherie, mantenendo sempre intatto il senso di appartenenza, la lingua, gli usi, i miti. In questa terra, dove la leggenda è una cosa sola con la storia, una cavità del suolo può essere la dimora di una jana, oppure una miniera brulicante di uomini, di donne e di bambini. Attraverso uno stile discorsivo il lettore è coinvolto attivamente nella narrazione e diventa partecipe di un percorso suggestivo e affascinante che suscita vari spunti di riflessione per i Sardi e per i tantissimi istranzos affascinati da Argyròphlepsnesos, L’isola dalle vene d’argento, come la definì Platone.
Data pubblicazione
04/11/2015