“Quella notte, come tante altre... Terii il Recitante camminava lungo sacri cortili inviolabili. Era l’ora propizia per ripetere la bella lingua delle origini, che racchiude... la nascita dei mondi, gli accoppiamenti e le straordinarie imprese dei Maori.” I senza memoria sono gli ultimi pagani delle isole della Polinesia, i bei Maori ormai dimentichi dei loro costumi, del loro sapere, delle loro divinità familiari. Dimentichi di sé. In questo straordinario romanzo etnografico (il primo nel suo genere), Segalen rovescia in modo radicale lo stereotipo della scrittura antropologica: a parlare non è più lo studioso ma un vecchio tahitiano, Terii a Paraürai, Capo-dall’alto-parlare, che mentre racconta come la sua gente ha perduto la propria storia, si interroga su quale significato può avere la colonizzazione degli europei condotta in nome della religione cattolica, il cui esito è stato la morte di una cultura, la scomparsa di un popolo. Il ricordo di Terii è un grido: “... Quando sono ritornato sulla terra di Tahiti, le ho dedicato Aroha-nui. Ma dove sono gli uomini che la popolano? ... Dove sono gli uomini Maori? Non ne conosco più, hanno cambiato pelle.
Data pubblicazione
01/11/1999