Itticoltura nell'antichità

Itticoltura nell'antichità

Giacopini Lucina, Marchesini Barbara, Rustico Letizia


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La decisione di rivolgere l'attenzione alle testimonianze archeologiche lungo il litorale medio tirrenico è maturata durante l'esecuzione del progetto "I porti e gli approdi nell'antichità, dalla Preistoria all'alto Medioevo", dato in concessione alla E.I.S. Spa nel 1987 nell'ambito dell'operazione "giacimenti culturali". Del tutto o quasi trascurata dalle ricerche e dagli studi anche più recenti appariva l'indagine su una classe di monumenti antichi come gli impianti per l'allevamento delle specie ittiche che si svilupparono nel periodo a cavallo tra la tarda repubblica e il primo secolo dell'impero. Lacuna questa da ascrivere all'originaria dislocazione litoranea di questi complessi che, nel corso del tempo, è stata compromessa dall'innalzamento del livello marino e da una serie di interventi antropici tesi allo sfruttamento delle risorse ambientali della costa. Nell'ambito di una problematica generale che riguarda aspetti diversi, tutti interessanti, della pratica dell'itticoltura nell'antichità, questo studio affronta con una metodologia rigorosa l'analisi delle peschiere ancora leggibili nel tratto di costa di competenza della Soprintendenza Archeologica per l'Etruria Meridionale, fornendone una completa documentazione grafica e fotografica. Nel caso del complesso di Pian di Spille sul litorale di Tarquinia, ai nuovi dati che emergono a livello conoscitivo si aggiungono spunti interessanti per l'interpretazione funzionale dell'impianto, forse destinato all'allevamento di molluschi bivalvi. A Punta della Vipera presso Santa Marinella la ricognizione effettuata in occasione di questo studio ha evidenziato dettagli strutturali che ne consentono una lettura più approfondita di quanto finora autorevolmente proposto. Il censimento generale raccoglie informazioni preziose anche su complessi oggi irrimediabilmente perduti, come le peschiere di Punta San Paolo a Civitavecchia e di Torre Flavia a Ladispoli. Se conoscere vuol dire difendere e valorizzare, questa ricerca, che rispecchia l'impegno di coloro che ne sono le autrici, è uno strumento di valore insostituibile per noi che operiamo sul territorio. La sua pubblicazione, della quale siamo grati all'ENEL che si è assunta l'onere della spesa, vuole essere un invito a tutti gli Enti interessati e competenti affinché ognuno, per la propria parte, acquisisca maggiore consapevolezza delle gravissime minacce cui sono sottoposti il litorale e il patrimonio archeologico che lo caratterizza.
Ean / Isbn
97888272200
Pagine
288
Data pubblicazione
01/01/1994