Ecologia, storia ed educazione sono il connubio che questo gioco rappresenta, un gioco stimolante, di impianto investigativo per tipologia contenutistica, a struttura modulare per consentire reiterati tentativi di soluzione. Storie vere, un po’ romanzate, avventure, enigmi, gialli; avvincenti e accattivanti. Come la storia di Jan de Meer, marinaio olandese, che nel 1618 sfugge avventurosamente ai lacci della Serenissima Repubblica; cultore di strani riti e filosofie, giunge a Bergantino, piccolo villaggio sul fiume Po, dove viene in seguito assassinato. Chi è il colpevole? I ragazzi, improvvisati detective, dovranno sciogliere l’enigma. Luoghi, personaggi e situazioni si trasformano in indizi. I partecipanti, già catturati dallo spirito d’avventura, si troveranno in un labirinto di intrecci indiziari. Scattano le indagini, si attivano i procedimenti analitici senza che i ragazzi ne avvertano il peso. Per scoprire nuove tracce si dovrà rispondere a quesiti che richiedono conoscenze storiche, geografiche, ambientali di carattere generale. Ciò che avvince e diventa educativo è proprio la spinta all’indagine, all’analisi, a ipotizzare soluzioni in un gioco di gruppo dove il singolo agisce in un contesto corale e dove le abilità si misurano a vari livelli. LaBerinto diventa allora, nel suo intreccio a piccole tessere, uno strumento appropriato per coltivare in modo sottile l’abitudine all’elaborazione, per sviluppare abilità, acquisire conoscenze, attivare lo spirito di collaborazione. Un gioco dove intelligenza, astuzia e cultura sono armi intriganti e vincenti da mostrare, affinare e acquisire.
Data pubblicazione
04/11/2000