Una cosa è certa: poche altre creature hanno solcato l'immaginario umano in modo altrettanto profondo, duraturo e seducente della balena. Da Giona a Pinocchio, dal Leviatano di Hobbes al Moby Dick di Melville, questo strano personaggio ha da sempre popolato i nostri sogni e le nostre più ancestrali paure. Ma i grandi cetacei, misteriosi animali degli abissi, sanno altresì stupirci con giochi gioiosi e cerimonie maestose, prima di mostrare la coda, sbattere le grandi pinne e nuotare liberi per il mondo. «C'è mancato poco che nascessi sott'acqua»: poco prima del termine della gravidanza i genitori di Hoare visitano un sottomarino, e mentre la madre sta scendendo la scaletta per andare sottocoperta è presa da improvvise doglie e rischia di far nascere il figlio sotto il pelo dell'acqua. Forse è questo curioso incidente il motivo della personale passione dell'autore per le balene e i cetacei in genere. O forse, e più semplicemente, anche lui è preda della seduzione di questi maestosi sovrani del mare, «mostri» che da sempre affascinano l'uomo e che hanno lasciato traccia nelle opere d'arte, nei romanzi, nelle favole e nei sogni. Sono creature bellissime ma anche aliene, capaci di incarnare gli aspetti più brutali e misteriosi della natura e di rappresentare appieno l'«altro da noi». Una balenottera, ad esempio, ha il cervello più grosso del mondo, un cuore che batte dieci volte in un minuto e una fisiologia meravigliosamente adattata alla vita marina, tanto che non ha bisogno di bere acqua dolce. Le balene sono state miniere di materie prime, in grado di soddisfare quasi tutti i nostri bisogni: le loro interiora si sono trasformate in corde di racchette, corsetti per signore, tasti di pianoforte; l'olio di balena si trovava nella margarina, nel linoleum e nel sapone, e prima dell'avvento dell'elettricità, ha illuminato per anni le notti dell'uomo. I cetacei erano simboli di ricchezza e potere: la corona britannica era consacrata con l'olio di balena, e un dente di balena istoriato con il sigillo presidenziale accompagnò Kennedy nel suo ultimo viaggio. La moglie l'aveva acquistato come regalo, ma il presidente non fece in tempo a vederlo e la sera prima del funerale Jacqueline lo mise nella bara del marito. Un gesto d'affetto e dal forte valore simbolico, che rimandava ai re medievali sepolti con i simboli del potere, come talismani che riflettevano il valore di chi li aveva posseduti. Partendo di volta in volta da un aneddoto, una storia, un ricordo personale, una pagina di libro epico o sacro, un esperimento scientifico o una esplorazione geografica, Hoare ricostruisce con maestria mondi interi, scoperte meravigliose nello spazio e nel tempo (e soprattutto in mare). Leviatano è un libro da godere pagina dopo pagina, una narrazione che istruisce, stupisce, ricorda. Ed è, come tutti i grandi romanzi di avventura, un invito al viaggio, reale e metaforico.
Data pubblicazione
01/05/2013