«Se un ipotetico viaggiatore dovesse scegliere un’impressione di arrivo a Livorno non avrebbe alcun dubbio a indicare la visione dall’aereo che dal mare si appresta all’atterraggio. Districandosi tra i ponti mobili, le gru, i magazzini e i silos che affollano le banchine del porto, l’occhio del soggetto viaggiante coglie la modernità di una città che ai brani delle antiche fortificazioni, ai canali che ancora segnano la forma della città disegnata da Bernardo Buontalenti secondo uno schema pentagonale alla fine del Cinquecento, giustappone le attrezzature portuali estese fino a tempi recenti lungo la costa, a settentrione dell’abitato. Così, di necessità, l’immagine della città si costruisce al di fuori del reale, come una sorta di puzzle che ricompone, in un viaggio immaginario, i segni di molteplici storie». Chi ama la fotografia e le sue commistioni con la pittura, non potrà non apprezzare questo viaggio visivo che colpisce per la bellezza di certi dettagli e le suggestioni di certi parallelismi, dove il contrasto si esplicita attraverso l’intreccio tra le forme cubiche e squadrate e le linee curve riscontrabili in molti soggetti protagonisti della vita portuale. È il caso dei rotoli di carta, delle gru in movimento, dei metallici slanci del Silos Granari o dei contenitori accatastati. Apparentemente simile a una foto, tanto da far pensare di poterne ricalcare la logica di funzionamento, la pittura si dimostra vicina a tutte quelle ricerche che negli ultimi due secoli hanno portato svariati artisti a immortalare su tela suggestivi angoli prospettici del porto, introducendo elementi di dinamismo che forse sono sconosciuti alla fotografia.
Data pubblicazione
04/11/2016