L'estensione dello spazio, la peculiarità del paesaggio, la compattezza d'assieme creano l'impressione che il Mediterraneo sia ad un tempo un mondo a sé e il centro del mondo: un mare circondato da terra bagnata dal mare. Così Predrag Matvejevic' descrive il nostro mare, luogo della ricerca entro il quale questo volume si muove. L'argomento dei fari è di grande attualità oggi, sia per il rinnovato dibattito sulla salvaguardia ambientale delle coste, che per il rischio di perdere gran parte delle strutture oramai abbandonate, dopo che, per esse, è venuta meno la figura del farista che le utilizzava anche come abitazione. I fari del Mediterraneo, tranne poche eccezioni, non hanno l'imponenza monumentali di quelli atlantici, prprio perché la caratteristica delle coste e i movimenti di questo mare non sono quelli dell'oceano. Essi sono stati definiti in molti modi: 'le sentinelle del mare', 'i templi del mare', i luoghi del silenzio', a testimoniare l'indubbio fascino che esprimono sia visti da terra che dal mare. Eppure questi manufatti sono reali, misurabili nella loro estensione, fatti di pietre e intonaci e, proprio per questo, vanno documentati, analizzati, confrontati e compresi nella loro dimensione architettonica e paesaggistica, per essere conosciuti e tutelati meglio. L'autrice indica un percorso di lettura, tra storia e mito, del paesaggio delle coste calabresi e siciliane, seguendo la presenza dei fari che ne segnano la rotta. Fari storici e fari moderni, in tutto sessanta manufatti, rappresentati nelle carte d'archivio, nei profili letti dal mare, nelle foto e nei rilievi a scala architettonica, fino alla decostruzione e all'analisi di una decina di esemplari campione dei quali è stato realizzato il modello informatizzato.
Data pubblicazione
17/03/2002