Stampata in mille copie nel 1507, scomparsa per secoli, ritrovata nel 1901 da un gesuita tedesco, e infine acquistata nel 2003 dalla Biblioteca del congresso per dieci milioni di dollari. Sembra la trama di un thriller ma è cronaca: la storia vera della mappa di Waldseemüller, la prima testimonianza a noi nota della parola “America” e una tra le prime rappresentazioni del mondo che indichino l’esistenza di una terra inesplorata e di un altro oceano fra Europa e Asia. Un’intuizione incredibile, dato che il nuovo continente sarebbe stato riconosciuto come tale solo nel 1513. Fu solo un caso? O Martin Waldseemüller e il suo collega Matthias Ringmann avevano accesso a documenti di esplorazioni precedenti, di cui oggi si è persa la memoria? Da questa domanda si dipana una saga affascinante che dai monasteri benedettini del Medioevo ci porta nel cuore dell’età delle scoperte, nel fermento intellettuale e politico di un tempo che cambiò letteralmente la faccia della Terra. Dalle pagine di Lester riemergono le voci di Cicerone, che descrisse un mondo circolare diviso in cinque zone, di Matthew Paris che poneva l’est in cima alla mappa, di Amerigo Vespucci i cui piccanti resoconti delle abitudini degli indigeni convinsero Waldseemüller a dare il suo nome al nuovo continente, e di moltissimi altri. In questo libro ricco e avventuroso sono gli stessi esploratori che salparono verso l’ignoto, e gli scienziati che con le loro intuizioni scardinarono i preconcetti della geografia, a guidarci alla scoperta di un mondo nuovo: il nostro.
Data pubblicazione
01/04/2010