Un caleidoscopio di paesaggi eccessivi per bellezza. Per natura. Dune di sabbia indorata, distese di ciottoli, lagune placide. Silenti. Frange di cale color smeraldo. Appicchi in fuga da colline, montagne e panettoni rocciosi saltano nel blu con vertiginose falesie sorvegliate da falchi. Variegate qua e là da odorosa macchia e pini in equilibrio sul vuoto. Ancora: la somma rerum del vulcanesimo con gli umori sulfurei che si mischiano ai profumi degli agrumi e degli ulivi, nodosi e ruvidi, antichi di secoli come fossili. E tra le pieghe dei dirupi gli occhi bui di grotte e caverne da favola. Dentro le quali fioriscono stalattiti e stalagmiti illuminate da azzurri riflessi. Rubati al cielo e regalati al ventre di madre Terra. E in questo miscuglio di natura ci sta, come in tutte le ricette che si rispettino, l’ingrediente segreto. Quello che fa la differenza. Che rende speciale. Il mare nostrum ha un vanto: palpita di ricordi. «C’è più storia in una piccola onda del Mediterraneo che nelle acque di tutti gli oceani» è stato detto. Ancora una volta Carlos Solito si avventura nel nostro Mezzogiorno proponendoci luoghi di Mediterraneo primevo. Spaventosi di bellezza che tanto, e in ogni epoca, fecero innamorare cantori, poeti e scrittori. Cattedrali di acque di fronte alle quali lo sguardo si riempie e le parole non sempre riescono a spiegare.
Data pubblicazione
01/11/2007