Ignazio Marino è stato un sindaco disastroso, dimissionato dal suo stesso partito e impopolare tra i romani? O era l’unico onesto, assediato da un sistema di potere ora sotto inchiesta dalla magistratura come Mafia Capitale, e tradito clamorosamente da chi lo doveva difendere? Un gaffeur, un puro e duro, un tecnico, un politico, un marziano a Roma? Le alterne vicende della sua amministrazione, da quando strappò il Campidoglio a Gianni Alemanno fino alla sua decadenza, hanno tenuto banco per mesi su tutti i media nazionali e internazionali, in un crescendo di attenzione che ha reso il sindaco Marino una delle figure più riconoscibili degli schermi televisivi. Eppure, non è mai stato semplice incasellarlo in una definizione, mettere la parola definitiva sulle sue capacità di sindaco, arrivare a un bilancio chiaro della sua esperienza amministrativa. A distanza di pochissimi mesi dal clamoroso epilogo del suo mandato, con i consiglieri comunali del Pd spediti dal notaio a dimettersi insieme a consiglieri dell’opposizione, Ignazio Marino ha scritto la sua verità. Il racconto, duro e spietato, delle resistenze che ha trovato e di quelle che alla fine lo hanno fatto fuori; l’analisi, punto per punto, di una stagione di governo della città che voleva marcare un cambiamento assoluto; il ricordo, commosso e grato, di tutti coloro (assessori e comuni cittadini) che hanno partecipato insieme a lui a questa avventura, e lo hanno sostenuto fino in fondo. Un libro esplosivo, ma niente affatto scandalistico, ricco di rivelazioni e retroscena sui passaggi anche più minuti del sottopotere romano. Un libro che sarà al centro del dibattito pubblico. "Sono sempre stato un testardo. E i testardi possono vincere o perdere ma non riescono a galleggiare: emergono o affondano."
Data pubblicazione
01/03/2016