Lo storico Fernand Braudel afferma che "il Mediterraneo è il mare degli uomini": il suo immenso patrimonio materiale e immateriale è destinato a stratificarsi nella complessità delle molteplici identità territoriali, sociali, economiche e politiche fecondate dai miti, dalla cultura e dalla storia. È possibile pensare a processi di avvicinamento di spazi geografici e mentali nella loro dimensione naturalistica, storica e, soprattutto, filosoficoculturale? Partendo dal quesito "Che cos'è il Mediterraneo?" gli autori di questo libro giungono alla conclusione che sia necessario parlare di Mediterranei, un plurale che rende giustizia alla natura composita del libro. Esso, infatti, è diviso in tre sezioni: la prima, Viaggi, narra episodi di viaggi e navigazioni sul Mediterraneo dal Cinquecento al Settecento; nella seconda, Riflessi, vengono trattate, soprattutto nei contributi francesi, questioni teoretiche inerenti il concetto di spazio, rappresentazioni del territorio, geopolitica, genealogia delle città. Infine la terza sezione, Declinazioni, è dedicata ai case studies che spaziano dai problemi relativi al paesaggio, ai porti, al rapporto tra immigrazione e territorio, a progetti di ecomusei a partire dal Mediterraneo.
Data pubblicazione
01/05/2010