A parlarci, in queste pagine, è la voce di un testimone: quella di Giuseppe Mango, giovane marinaio imbarcato sulla “Roma”, la nave da guerra che più tragicamente simboleggia il destino della nostra Marina nel secondo conflitto mondiale. Lo fa in questo volume che sua figlia Adriana gli dedica, a testimonianza d’un ricordo sempre vivo, e di un nobile orgoglio familiare. Viene da pensare che se altri avessero seguito (o seguissero) il suo esempio, disporremmo d’una fonte assolutamente straordinaria di notizie di prima mano preziose da un punto di vita storico e umano, tali da rendere possibile una più profonda conoscenza del rapporto tra gli italiani e quel loro non ancora ben approfondito dramma che è stata la guerra 1940-1945. Il titolo del libro è ben scelto: Giuseppe Mango ha avuto non solo il destino di sopravvivere alla morte, ma anche al triste oblìo (tale elegante parola è quella giusta) con il quale l’Italia ufficiale ha destinato i combattenti 1940-1945, quasi fossero se non colpevoli, almeno coinvolti in quella guerra sventurata, e di cui alle fine è meglio tacere.
Data pubblicazione
04/11/2016